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ISO 9001:2015

La nuova norma ISO 14001:2015

Il 15 settembre 2015 è stata pubblicata l’ultima versione della norma ISO 14001 “SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE – Requisiti e guida per l’uso”, una delle più utilizzate al mondo, che specifica i requisiti per l’adozione di un sistema di gestione per l’ambiente all’interno di un’organizzazione, al fine di aumentarne le prestazioni ambientali e fornire valore aggiunto sia alle parti interessate (contesto e utenti finali del prodotto/servizio), sia all’organizzazione stessa. La ISO 14001:2015 è attuabile in tutte le aziende, indipendentemente dalla loro natura, tipo e dimensione, applicandosi agli aspetti ambientali delle attività, prodotti e servizi che un’organizzazione determina di poter controllare o influenzare.

A differenza della versione precedente della norma, datata 2004, che aveva modificato marginalmente la prima edizione del 1996, l’ultima revisione presenta delle grosse innovazioni, dovute alla necessità di rinnovare lo standard rispetto ai mutamenti intervenuti negli ultimi vent’anni, sia in campo ambientale, sia in quello economico-sociale. Le norme ISO, infatti, sono costantemente oggetto di aggiornamenti per adeguarsi alle necessità del mercato, prevedendo un iter di revisione molto strutturato, sviluppato in un periodo di tempo anche pluriennale, che coinvolge tecnici appartenenti a tutti i Paesi Membri dell’International Standard Organization ed un ampio processo di consultazione delle diverse parti interessate.

Con questo articolo si vuole fare una disamina dei principali cambiamenti apportati alla norma ISO 14001:2015, al fine di guidare il lettore nella comprensione dei nuovi concetti introdotti, sviluppando il testo tramite una serie di paragrafi che descrivono le novità apportate alla norma.

ISO 14001:2015 – High Level Structure for Management System Standards

A seguito del crescente numero di norme sui sistemi di gestione con struttura differente, in sede ISO è stato deciso di formalizzare un’identica struttura per tutti gli standard. La High Level Structure prevede una medesima sequenza e denominazione dei punti norma/paragrafi e l’utilizzo della stessa terminologia in tutte le norme che riguardano, o riguarderanno, i sistemi di gestione (ISO 9001 per la qualità, ISO 50001 per l’energia, la futura ISO 45001 per la sicurezza, ecc…).

Dato che i concetti di base sono comuni a tutti i Sistemi di Gestione, la possibilità di avere un’unica struttura permetterà alle Organizzazioni di implementare ed integrare più facilmente i sistemi di gestione, dato che condivideranno lo stesso linguaggio e gli stessi requisiti di base.

L’utilizzo della nuova struttura, inoltre, non è di natura esclusivamente formale, ovvero non si limita a spostamenti e riposizionamenti di requisiti e contenuti della norma secondo la nuova struttura, ma è concepita anche per includere nuovi requisiti.

Introduzione

  1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
  2. RIFERIMENTI NORMATIVI
  3. TERMINI E DEFINIZIONI
  4. CONTESTO DELL’ORGANIZZAZIONE
  5. LEADERSHIP
  6. PIANIFICAZIONE
  7. SUPPORTO
  8. ATTIVITÀ OPERATIVE
  9. VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI
  10. MIGLIORAMENTO

Allegati

Tre nuovi concetti chiave

La revisione della norma ISO 14001 ha portato alla creazione e al rafforzamento di tre concetti chiave, che risultano di fondamentale importanza ai fini di un’esatta applicazione dello standard:

  • Il “Contesto”;
  • la “Prospettiva del Ciclo di Vita” (“Life Cycle Perspective”);
  • il “Rischio”.

È una delle novità di maggiore rilievo tanto che, nella ISO 14001:2015, vi è un punto interamente dedicato al contesto dove l’organizzazione si trova ad operare, sia interno che esterno, nonché alle attività necessarie per la sua conoscenza e comprensione.

Gli aspetti che caratterizzano il contesto di un’organizzazione includono:

  • le condizioni ambientali in grado di influenzare l’azienda o di essere influenzate da questa;
  • i fattori che possono influenzare la capacità di raggiungere i risultati attesi dal SGA (non solo di natura ambientale, ma anche sociale, normativa, economica, competitiva, etc.).

“L’analisi del contesto” dell’organizzazione è stata quindi introdotta per valorizzare e rafforzare il ruolo del Sistema di Gestione Ambientale quale strumento di gestione, non solo per problematiche di tipo ambientale, ma anche per tematiche che riguardano lo sviluppo sostenibile (di natura quindi anche sociale ed economica). Viene pertanto riconosciuta la necessità, ai fini della sua efficacia, che esso tenga in adeguata considerazione il contesto complessivo in cui l’organizzazione opera, nonché le aspettative ed i bisogni delle diverse parti interessate che sono attive nel medesimo contesto (operatori delle filiere a monte e a valle, aziende concorrenti, comunità locali, istituzioni, etc.).

Dall’analisi e dalla comprensione del contesto dell’organizzazione derivano una serie di implicazioni per tutto il Sistema di Gestione Ambientale: dalla definizione del campo di applicazione del Sistema, alla considerazione dei fattori (interni ed esterni) che possono condizionare la capacità dell’organizzazione nel raggiungere gli obiettivi di miglioramento. Per questo motivo, “l’analisi del contesto” mira a fornire all’Organizzazione un insieme di conoscenze che essa è chiamata ad utilizzare, sia a livello strategico che operativo, nell’ottica dell’attuazione e per il miglioramento continuo del proprio SGA.

L’importanza di tale concetto risulta evidente anche dal fatto che è stato necessario ridefinire il tradizionale e consolidato schema del Ciclo di Deming “Plan-Do-Check-Act”, al fine di dare evidenza di come le conoscenze acquisite con l’analisi del contesto influenzino la struttura del Sistema di Gestione.

Il Ciclo di Deming nella nuova ISO 14001:2015

Il concetto di Ciclo di Vita era già presente nella norma del 2004 considerato che, gli aspetti ambientali connessi ai prodotti e ai servizi rientrano esplicitamente fra gli aspetti “indiretti” che le imprese fino ad oggi sono già state chiamate ad identificare, valutare e gestire nell’ambito del proprio SGA, in proporzione alla capacità di controllo e di influenza che esse sono in grado di esercitare. È stato riscontrato negli anni che, per i principali processi a monte e a valle della propria catena del valore tra cui:

  • progettazione e sviluppo;
  • estrazione e distribuzione di materie prime e risorse naturali;
  • prestazioni ambientali e pratiche in uso presso fornitori e appaltatori;
  • imballaggio e trasporto;
  • distribuzione;
  • uso e fine vita dei prodotti;

raramente le Organizzazioni certificate gestivano questi aspetti in maniera efficace, ed è per questo che la norma del 2015 pone un ulteriore accento su questo approccio.

Il Ciclo di Vita deve essere quindi visto come un approccio concettuale e metodologico fondamentale per lo sviluppo del SGA. La norma richiede all’impresa di considerare tutti gli impatti ambientali connessi ai suoi prodotti/servizi lungo tutte le fasi della loro vita, nonché di valutare e gestire correttamente i processi e le attività da cui questi sono causati. Più in specifico, di valutare non solo il suo impatto ambientale in relazione al proprio sito produttivo, ma anche quegli aspetti a monte e a valle del proprio processo di produzione, indipendentemente dal luogo dove materialmente si svolgono e dai soggetti cui fa capo la conduzione di tali attività (nella maggior parte dei casi sono entità ben distinte dall’organizzazione che si certifica).

Il caso di maggiore rilevanza sarà sicuramente costituito dall’outsourcing delle attività e dei processi, fenomeno che oggi interessa in maniera sempre più frequente un numero sempre maggiore di imprese. L’adozione di una Prospettiva di Ciclo di Vita nel SGA, non permetterà più di escludere dal campo di applicazione attività o processi esternalizzati o affidati a soggetti esterni all’impresa. Indipendentemente dalla loro natura rispetto al business dell’Organizzazione, bisognerà considerare, valutare e quindi gestire anche gli aspetti – impatti ambientali connessi a tali processi. Da questo punto di vista la norma risponde all’esigenza di assicurare credibilità alla certificazione, evitando la possibilità che un’azienda non tenga in considerazione parte delle attività e dei processi che dovrebbero invece far parte del nucleo principale della sua gestione.

In ultima analisi c’è da dire che i termini Life Cycle Perspective e Life Cycle Assessment, sebbene siano connessi, sono due concetti ben distinti. La norma ISO 14001:2015 non richiede obbligatoriamente la messa a punto di un vero e proprio LCA (Analisi del ciclo di vita del prodotto) per valutare e potenzialmente gestire gli aspetti – impatti ambientali delle filiere a monte e a valle dell’organizzazione, ma lascia ampio spazio nella scelta delle soluzioni operative.

L’identificazione, la valutazione e la gestione del rischio diviene parte integrante della ISO 14001:2015. L’inserimento di questo concetto contribuisce a rafforzare l’integrazione con altri sistemi di gestione e permette fin da subito di impostare la pianificazione più adeguata per poter definire azioni efficaci in termini sia di prevenzione che di mitigazione.

Il primo aspetto fondamentale riguarda la definizione di rischio. La norma lo definisce come: “effetto dell’incertezza”. Un effetto che si scosta da ciò che si era atteso o pianificato, ma che può essere sia di tipo positivo che negativo. Non bisogna dunque approcciarsi alla gestione del rischio valutando solo le potenziali conseguenze negative per il raggiungimento dei propri obiettivi, ma valutando anche le opportunità che una gestione ambientale efficace può offrire, in una logica di interazione con l’alta direzione.

Il secondo aspetto fondamentale riguarda i destinatari delle potenziali conseguenze positive e negative da ciò che si era atteso o pianificato. Il rischio va inteso non soltanto quale rischio per l’ambiente (associato alle possibili ripercussioni sull’ambiente naturale), ma anche quale rischio per l’organizzazione. Oltre che essere di prestazione ambientale in senso stretto (riduzioni nei consumi, miglioramenti dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse, etc.), può essere declinato anche in una logica gestionale e di business.

Infine la valutazione e la gestione del rischio, ai sensi del nuovo standard, non richiedono la formale adozione e documentazione di un vero e proprio processo di Risk Management. Viene però richiesto di scegliere il metodo per identificare e valutare rischi e opportunità, in relazione al proprio specifico contesto di operatività.

Leadership

Il punto norma 5 (Leadership) è una novità della ISO 14001:2015, privo di una corrispondenza diretta con un Punto norma della precedente versione dello standard. Queste modifiche, oltre a conformare la struttura della norma all’High Level Structure, mirano a rafforzare la relazione tra gestione ambientale e i meccanismi di tipo economico finanziario che guidano l’Organizzazione. Come esplicitato nel paragrafo introduttivo della norma, “il successo di un SGA dipende dall’impegno di tutti i livelli e di tutte le funzioni dell’organizzazione, guidati dall’Alta Direzione”. È Infatti al Top Management che spetta il compito di valorizzare le opportunità connesse alla gestione ambientale, in particolare quelle riguardanti il profilo strategico/competitivo.

Ai sensi della ISO 14001:2015, la leadership dell’alta direzione rispetto al SGA si manifesta e si dimostra:

  • assumendosi la responsabilità dell’efficacia del Sistema di Gestione Ambientale;
  • assicurando che la Politica ambientale e gli obiettivi ambientali siano definiti e compatibili con l’indirizzo strategico e con il contesto dell’organizzazione;
  • assicurando che le risorse necessarie per il SGA siano disponibili;
  • comunicando l’importanza di una gestione ambientale efficace e della conformità ai requisiti del SGA;
  • assicurando che il SGA raggiunga i suoi risultati attesi (intended outcomes);
  • guidando e supportando le persone nel contribuire all’efficacia del SGA;
  • promuovendo il Miglioramento Continuo;
  • supportando gli altri ruoli manageriali rilevanti nel dimostrare la loro leadership nelle rispettive aree di responsabilità.

A fronte dei nuovi requisiti presentati sulla leadership hanno subito dei cambiamenti anche i requisiti per una buona Politica ambientale e i ruoli e le responsabilità nel SGA. Rispetto alla Politica ambientale l’alta direzione deve assicurarsi che:

  • sia appropriata allo scopo e al contesto dell’organizzazione, inclusi la natura, la scala e gli impatti ambientali delle sue attività, prodotti e servizi;
  • costituisca un quadro di riferimento per la definizione degli obiettivi ambientali;
  • comprenda un impegno alla protezione dell’ambiente, inclusa la prevenzione dell’inquinamento e altri impegni specifici rilevanti per il suo contesto;
  • includere l’impegno al soddisfacimento delle compliance obligation;
  • includere un esplicito impegno al miglioramento continuo, finalizzato al rafforzamento delle prestazioni ambientali.

Sotto il profilo dei ruoli e delle responsabilità, il Top Management deve invece assicurare che all’interno dell’azienda siano assegnate e comunicate, le responsabilità per:

  • assicurare che il SGA sia conforme ai requisiti della norma internazionale;
  • riferire all’alta direzione sulle performance del Sistema, incluse le prestazioni ambientali.

Infine non deve essere preclusa la possibilità di tali persone di avere un rapporto diretto con l’Alta Direzione, al fine di poterla coinvolgere e rendere partecipe in caso di situazioni critiche connesse alla gestione del SGA.

Pianificazione

Il punto norma 6 si pone come punto di raccordo tra i requisiti della nuova e della vecchia norma. I metodi utilizzati nella vecchia norma per l’analisi degli aspetti ambientali e delle conformità normative, possono rappresentare la base di partenza per la pianificazione del sistema, ma vanno rivisitati alla luce dei tre nuovi concetti introdotti nella versione ISO 14001:2015: Contesto, Ciclo di Vita e Rischio.

In base ai nuovi requisiti introdotti, la pianificazione deve essere eseguita attraverso lo svolgimento di tre attività chiave:

  • identificazione degli aspetti ambientali e valutazione della loro significatività, adottando una Prospettiva di Ciclo di Vita;
  • determinazione delle implicazioni a livello strategico, organizzativo e operativo da attuare per soddisfare le compliance obligation identificate nell’Analisi del Contesto;
  • definizione dei rischi e delle opportunità connessi agli aspetti ambientali e alle compliance obligation, nonché ad eventuali altre questioni emergenti dall’Analisi del Contesto.

Sulla base degli input emergenti dallo svolgimento di queste tre attività, vanno infine:

  • definiti gli obiettivi del SGA;
  • definite le azioni per gestire gli aspetti ambientali significativi e le compliance obligation, nonché i rischi e le opportunità connessi ad entrambi.

Per lo svolgimento di queste tre attività, la  ISO 14001:2015 non fornisce alcuna linea guida per valutare e analizzare tali questioni. Lascia alle organizzazioni la possibilità di trovare un proprio approccio metodologico e operativo.

Supporto

La norma ISO 14001:2015 definisce quelli che sono gli elementi di supporto al SGA. Essi sono necessari per il suo funzionamento e per il raggiungimento dei suoi obiettivi:

  • le risorse;
  • le competenze;
  • la consapevolezza;
  • la comunicazione;
  • le informazioni documentate.

Alcuni fra questi sono elementi già consolidati nel SGA, altri invece sono nuovi.

Risorse del sistema.

Il punto norma 7.1 della ISO 14001:2015 non innova rispetto alla nozione consolidata di “risorse” della ISO 14001:2004, ma enfatizza che l’Organizzazione deve determinare e fornire le risorse necessarie per l’istituzione, l’attuazione, il mantenimento e il miglioramento continuo del sistema di gestione ambientale.

Competenza

Ai sensi della ISO 14001:2015, l’organizzazione deve:

  • definire le competenze delle persone che lavorano sotto il suo controllo e che influenzano le sue prestazioni ambientali e la sua capacità di soddisfare le compliance obligation;
  • assicurare che queste persone siano competenti sulla base di un’adeguata formazione, istruzione o esperienza;
  • definire le esigenze formative connesse ai suoi aspetti ambientali e al suo SGA;
  • intraprendere le azioni finalizzate ad acquisire le competenze necessarie, e valutare l’efficacia delle azioni intraprese.

Rispetto alla ISO 14001:2004, i principali elementi di novità sono costituiti dalla definizione delle competenze delle persone che influenzano la capacità di soddisfare le compliance obligation dell’organizzazione, e dalla valutazione delle azioni intraprese per assicurare adeguate competenze al SGA, che diventano due nuovi requisiti del sistema.

Consapevolezza

È necessario che le risorse del sistema siano “consapevoli” della Politica ambientale, anzitutto, ma anche degli aspetti e dei relativi impatti ambientali, nonché del contributo che ciascuna può apportare all’efficacia del SGA e al rafforzamento delle sue prestazioni.

A tal proposito la nuova ISO 14001:2015 non introduce particolare elementi innovativi, salvo, la necessità che la consapevolezza riguardi anche le compliance obligation e le loro implicazioni.

Comunicazione

La nuova ISO 14001 richiede esplicitamente all’Organizzazione di attuare un processo di comunicazione (interna ed esterna), essa dovrà definire:

  • Cosa comunicare: a tal proposito la norma richiama l’attenzione sulle compliance obligation sottoscritte nell’ambito del SGA, che devono essere tenute in conto nella definizione delle attività di comunicazione;
  • Quando comunicare: il che implica una vera e propria pianificazione delle attività di comunicazione (tempistiche e le modalità di uscita attraverso i canali aziendali);
  • con Chi comunicare: in questo caso la norma specifica che si tratta di un processo bidirezionale e interattivo, con flussi in entrata e in uscita, da e verso l’organizzazione;
  • Come comunicare: la norma lascia discrezionalità all’organizzazione nel poter attingere dalle ormai amplissime opportunità di comunicazione multimediale oggi disponibili.

Infine vengono definite le caratteristiche che dovrebbe avere una buona comunicazione. Secondo la ISO 14001:2015 dovrà essere: trasparente, appropriata, veritiera e non ingannevole, basata sui fatti, accurata e affidabile, completa e comprensibile per le parti interessate.

Informazioni documentate.

Con la nuova ISO 14001:2015, l’Organismo ISO ha deciso di abbandonare i termini “documenti” e “registrazioni” semplificando la terminologia e utilizzando un’unica espressione comprensiva di tutti i termini utilizzati in passato dallo standard e nelle prassi operative. Con l’espressione Informazione Documentata si intende l’informazione che deve essere mantenuta e controllata dall’organizzazione, unitamente al supporto che la contiene e indipendentemente dalla natura di quest’ultimo (cartaceo, elettronico, grafico, etc.).

Un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla ISO 14001:2015 dovrà includere:

  • le informazioni documentate esplicitamente richieste dallo standard nei diversi punti norma;
  • le informazioni documentate che l’Organizzazione ritiene siano necessarie per l’efficacia del suo SGA.

Con riferimento al primo punto l’informazione documentata richiesta dallo standard interessa quindi:

  • il campo di applicazione del Sistema, che deve essere reso disponibile alle parti interessate;
  • la Politica ambientale;
  • il processo di pianificazione:
    • i rischi e delle opportunità dell’Organizzazione;
    • i criteri utilizzati per identificare e valutare gli aspetti ambientali significativi;
    • le compliance obligation;
    • gli obiettivi ambientali;
  • l’evidenza delle competenze possedute e delle attività svolte per acquisirle e mantenerle;
  • l’evidenza inerente i processi e le attività di comunicazione pianificate e svolte;
  • l’evidenza dei processi inerenti:
    • la pianificazione e lo svolgimento del controllo operativo;
    • la preparazione e risposta alle emergenze;
    • la misurazione e il monitoraggio e le correlate analisi e valutazioni (inclusa la valutazione della capacità di soddisfare le compliance obligation);
  • l’audit;
  • il Riesame della direzione;
  • non conformità e azioni correttive intraprese, e loro risultati.

Per quanto riguarda il secondo punto, la norma lascia libertà di documentare altri aspetti specifici che varieranno in base alle esigenze dell’Organizzazioni.

Attività operative

Le maggiori innovazioni del presente Punto norma riguardano la definizione e l’attuazione del controllo operativo secondo la logica di Prospettiva del Ciclo di Vita. Con riferimento invece alla pianificazione e gestione delle emergenze, la nuova norma non fa registrare grandi cambiamenti.

L’organizzazione deve definire e standardizzare i propri processi e attività mediante l’adozione di idonei criteri e modalità di controllo operativo. La definizione di tali criteri dipenderà dagli aspetti ambientali significativi, dai rischi e dalle opportunità e dalle compilance obbligation che il Sistema deve soddisfare.

Un primo elemento di innovazione significativo riguarda l’inclusione dei processi in outsourcing nel controllo operativo. L’organizzazione deve assicurare che i processi affidati all’esterno siano tenuti sotto controllo e gestiti attivamente nell’ambito del Sistema. Le modalità concrete con cui esercitare tale controllo dipenderanno, operativamente, dal tipo e dall’entità di influenza e del controllo che l’organizzazione è in grado di esercitare su ciascun processo esternalizzato.

La seconda innovazione riguarda l’utilizzo di una logica di Prospettiva di Ciclo di Vita sulle attività sottoposte a controllo operativo. L’Organizzazione secondo la ISO 14001:2015 infatti deve:

  • stabilire appropriati controlli per assicurare che i suoi requisiti ambientali siano considerati e gestiti nei processi di progettazione e sviluppo dei prodotti e servizi, considerando ogni fase del Ciclo di Vita;
  • definire i propri requisiti ambientali per gli acquisti di prodotti e servizi;
  • comunicare i propri requisiti ambientali pertinenti ai fornitori esterni, inclusi gli appaltatori;
  • considerare la necessità di fornire informazioni sugli impatti ambientali potenzialmente significativi durante il trasporto o la consegna dei prodotti o servizi e durante l’uso, il trattamento di fine vita e lo smaltimento finale del prodotto.

La preparazione e gestione delle emergenze (sotto-punto 8.2 della norma) non apporta nessuna ulteriore innovazione rispetto alla versione 2004 dello standard. L’organizzazione deve stabilire e mantenere attive procedure per individuare potenziali incidenti e situazioni di emergenza che possano avere un impatto sull’ambiente e le modalità di risposta. Deve altresì provare periodicamente queste procedure, ove possibile. Viene inserito un requisito specifico e nuovo, inerente l’erogazione di formazione e informazione alle parti interessate coinvolte nelle potenziali situazioni di emergenza.

Valutazione delle prestazioni

Questo nuovo punto norma ISO 14001:2015, contiene i requisiti relativi alla valutazione delle prestazioni, la cui struttura si identifica in tre punti:

  • misurazione, monitoraggio, analisi e valutazione;
  • audit interno;
  • riesame della direzione.

Processi di misurazione, monitoraggio, analisi e valutazione

Il processo di misurazione e di valutazione deve essere considerato dall’Organizzazione come uno dei processi più importanti della gestione ambientale. A tale processo vanno dedicate le risorse (umane, tecniche e economiche) del Sistema necessarie alla sua attuazione.

La nuova norma prescrive che l’Organizzazione monitori, misuri, analizzi e valuti la sua prestazione ambientale, nonché che mantenga appropriata documentazione quale evidenza dello svolgimento di queste attività e dei relativi risultati.

Nella nuova ISO 14001:2015 tale processo viene definito in maniera più rigida e organica chiedendo all’Organizzazione di definire:

  • cosa è necessario misurare e monitorare;
  • i metodi di misurazione, monitoraggio, analisi e valutazione, che devono essere in grado di assicurare risultati validi e robusti;
  • i criteri di valutazione delle prestazioni che verranno usati dall’Organizzazione, e gli indicatori appropriati;
  • quando misurare e monitorare;
  • quando analizzare e valutare i risultati delle misurazioni e dei monitoraggi.

L’Audit interno

Le modalità con cui andranno svolti gli audit con la nuova ISO 14001:2015 saranno sostanzialmente gli stessi della ISO 14001:2004. Per cui questo punto della norma non contiene innovazioni rispetto alla precedente versione dello standard. Si dovrà tenere in conto del fatto che i nuovi Sistemi di Gestione Ambientale saranno improntati alle logiche di Life Cycle Perspective e Risk based e quindi l’audit interno dovrà essere in grado di valutare e di fornire feedback anche riguardo a questi due nuovi aspetti.

Il riesame della direzione

Il riesame della direzione è il momento più importante per la valutazione del SGA. L’alta direzione deve, ad intervalli da essa determinati, riesaminare il Sistema di Gestione Ambientale per assicurarsi che continui ad essere idoneo, adeguato ed efficiente.

Miglioramento

Sulla base degli esiti delle attività chiave che definiscono la Valutazione delle prestazioni che abbiamo analizzato nel paragrafo precedente, l’Organizzazione deve definire le opportunità di miglioramento e le conseguenti azioni necessarie a raggiungere i risultati attesi del SGA (intended outcomes).

È significativo notare come l’Organismo di normazione ISO abbia deciso di inserire i concetti di non conformità e di azione correttiva all’interno del punto norma sul miglioramento per enfatizzare il loro ruolo di strumenti di valutazione delle prestazioni finalizzati al miglioramento del SGA. In questo modo si vuole porre l’accento anche sul fatto che alla non conformità non deve essere data un accezione di tipo negativo, ma deve essere un modo per analizzare e risolvere le problematiche che possono insorgere nella usuale pratica lavorativa. Infine, scompaiono le azioni preventive, le quali perdono di significato dato che nella nuova norma la finalità del Sistema di Gestione Ambientale è quella di agire come strumento di prevenzione del rischio.

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